Chi siamo

La comunità delle Clarisse di Gerusalemme oggi è costituita da 12 sorelle, dai 23 ai 90 anni, provenienti da cinque nazioni: Francia, Italia, Rwanda, Giordania e Brasile.
Il monastero è situato su una traversa di Hevron Road, la grande strada che collega Gerusalemme con Betlemme, nel moderno quartiere ebraico di Talpiot.
La città vecchia, con le sue mura, è poco lontana: a piedi sono circa 20 minuti.
Un grande portone immette nel silenzio e nella pace di un bel giardino, dove sorge innanzitutto la piccola casa destinata all’accoglienza degli ospiti. Subito accanto si trova il monastero, un edificio grande, di forma quadrata, costruito intorno ad un chiostro con una cisterna –luogo di raccolta della preziosa acqua piovana.
Tutt’intorno all’edificio si estende l’ampio giardino, con i suoi alberi secolari, che ad est regala alle sorelle delle albe suggestive e una bellissima vista sul Monte degli Ulivi; e, poco più in là, sui monti di Moab e sulle alture della Giordania.
Ulivi, mandorli, melograni, agrumi e una bella vigna colorano il giardino, e donano alle sorelle lavoro e sostentamento.
Qui le sorelle vivono la loro chiamata alla vita evangelica iniziata da Chiara d’Assisi, una vita semplice, fatta di preghiera, di silenzio, di lavoro, vissuti in fraternità. La loro particolare forma di vita le chiama a rimanere in clausura, esperienza che dice l’incontro con il Signore della vita, divenuto l’unico Signore, l’unico assoluto.
Al cuore della loro giornata c’è la Liturgia, tempo consacrato a Dio nella lode, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dei Sacramenti, nell’intercessione che domanda la grazia della pace per tutti i popoli, e in particolare per questa Terra: una liturgia “internazionale”, celebrata in più lingue, espressione di una comunità dai diversi “colori”.
Anche il lavoro è tempo consacrato al Signore, nella solidarietà con l’uomo che ha ricevuto da Dio il comando di dominare il creato. Ogni sorella ha il suo compito in comunità, per il bene di tutte: oltre ai lavori comunitari –quali la cucina, il bucato, il giardino …-, ci sono quelli più strettamente legati alla forma di vita monastica –come la preparazione della liturgia, la sacrestia, la formazione delle giovani …-, ed altri ancora necessari al sostentamento della comunità: ecco allora l’accoglienza degli ospiti, il lavoro delle ostie, delle icone, piccoli altri lavori di ricamo e di artigianato.
E anche un gruppo di volontari, ogni tanto, ci dà una mano per i lavori più pesanti!
Un tempo e uno spazio sono riservati all’incontro con la gente: ci sono gruppi di pellegrini che vengono un po’ da ogni parte del mondo, e ci sono anche gruppi di gente del posto, soprattutto Israeliani che desiderano conoscere la nostra vita. Ma il legame più importante è quello con i frati della Custodia di Terra Santa, fratelli con cui condividiamo la fede, la vocazione e il cammino della vita.
Una relazione particolare è anche con il nostro Patriarca, Mons Fouad Twal, pastore attento che ogni tanto abbiamo la gioia di incontrare.
Infine, viviamo a Gerusalemme. E questo è ciò che dà al nostro essere clarisse una tonalità particolare.
Si tratta “semplicemente” di vivere il mistero di questa città, il suo essere Città amata da Dio, Tempio della sua dimora, Madre di tutti i popoli, Luogo dove la storia della salvezza si è compiuta nella Pasqua di Gesù. E, per questo, città della pace.
Rivivere in noi questa città, diventare noi stessi Cenacolo, Getsemani, Calvario e Santo Sepolcro: questo è il nostro cammino di ogni giorno.

3 commenti:

  1. http://www.mariachiaramangiacavallo.it/2016/02/13-marzo-2016-primo-anniversario-di-maria-chiara/
    GRati a Dio che ha voluto visitarci dall'alto Ignazio e Dina

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  2. http://www.mariachiaramangiacavallo.it/2017/01/incontro-testimonianza-messina-18-febbraio/

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  3. I santi sono in mezzo a noi, in molti casi conducono la propria vita in silenzio aiutando il prossimo con serenità e semplicità. Una strana convinzione fa credere a molti che essi siano in qualche modo diversi, ma così non è: tutti un giorno in base alla nostra fede e alle nostre azioni potremmo diventarlo e non c’è nulla o quasi di soprannaturale in questo processo.

    In un periodo oscuro come questo, la luce radiosa della loro fede risplende, però, con maggiore vigore ed esempi sempre più ravvicinati si palesano ai nostri occhi, basti pensare a persone come Chiara Corbella, a Giulia Gabrieli, a Teresa Sammito, a Francesca Pedrazzini, a Marta Bellavista e a Don Fabrizio De Michino.

    A questo elenco di nomi si è aggiunto di recente quello di Maria Chiara Mangiacavallo, una ragazza siciliana di soli 29 anni, che seguendo l’esempio di Chiara Corbella aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita ad aiutare gli altri. Seppur giovanissima, Maria Chiara ci ha lasciato il 13 marzo scorso per ascendere in cielo, dopo aver lottato strenuamente contro un tumore che l’aveva debilitata nel corpo ma non nello spirito.

    La sua vita così come la sua malattia sono state vissute nella più assoluta fede nel Signore, e questo le aveva permesso di tenere un diario di quello che aveva passato, descrivendo la sua agonia tra Roma ed Assisi. In quello scritto si trova anche quello che possiamo definire il suo testamento spirituale, dove Maria Chiara prima di ascendere in cielo ha scritto: “Lascio a tutti quelli che leggeranno questo testamento la speranza, la speranza di godere della vita eterna, sia qui sulla terra che in cielo.
    Quella speranza che racchiude in sé la gioia, la pace e l’amore. Non perdete tempo a pensare a cose superflue e senza senso, vivete ORA e ADESSO con Dio e solo così, pian piano, capirete quanto è bello vivere l’ORA e l’ADESSO per Lui”.

    Chissà se anche noi guidati dalla speranza che Maria Chiara ci ha voluto lasciare riusciremo a condurre la nostra vita guidati dalla fede, se sul suo esempio vivremo ogni giorno come fosse quello precedente alla nostra ascesa in cielo così da avvicinarci a Dio prima di lasciare la vita terrena.


    www.mariachiaramangiacavallo.it

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